“Vite spezzate - guerra e civili nelle Marche”, presentazione dell’ultimo libro dello storico Ruggero Giacomini il 1 marzo ad Ancona

25.02.2024

"Vite spezzate - guerra e civili nelle Marche" è il titolo dell'ultimo libro di Ruggero Giacomini, lo storico e lo studioso che più energie ha dedicato (e più ricerche ed approfondimenti, dai tempi della sua tesi ad Urbino), ai temi della Resistenza in questa nostra regione, le Marche. Che fu tanto importante, se non altro avendo come data simbolica di inizio la sollevazione militare e popolare di Ascoli Piceno contro il tentativo tedesco di disarmare le locali caserme ed il distretto militare, avvenuta all'indomani della proclamazione dell'armistizio con le forze anglo americane, quanto stranamente ignorata o sottovalutata dalla attuale storiografia resistenziale, come anche l'autore giustamente rimarca nella sua lunga introduzione. È vero che tutta l'Italia centrale, fino alla linea gotica, è stata progressivamente liberata dagli alleati in risalita verso il nord, tra l'estate e l'autunno del 1944, ma, essendo a ridosso del fronte ed al suo lento passaggio, ha anche per prima sostenuto l'impatto della "ritirata combattuta" delle armate tedesche e dei loro rastrellamenti, seguiti dall'inevitabile e triste corollario di violenze d'ogni tipo compiute non solo a spese dei partigiani, ma anche dell'inerme popolazione civile. E tutto ciò mentre dall'alto, indisturbati, continuavano a colpirla e a devastarla gli aerei americani ed inglesi. È vero che, a causa del sostanziale rallentamernto dell'attività militare alleata, dovuta agli spostamenti delle truppe sui loro vari fronti di guerra e ad un inverno eccezionalmente inclemente, anche i partigiani e le popolazioni del nord Italia hanno dovuto pagare un altissimo contributo di lutti e di sangue ed attendere la fine d'aprile del 1945 per assestare, insieme con le armate alleate, il colpo definitivo al nemico. Ma assegnare ufficialmente, come sembra di volersi da alcune parti fare, un ruolo secondario o ancillare, all'operato ed ai sogni di tanti nostri combattenti, al sacrificio, consapevole o meno, di tante vite, ci sembra veramente, oltre che ingiusto, anche storicamente sbagliato, privo di quella distanza che sola consente di porre i fatti – e valutarli – nella loro giusta prospettiva. Ben vengano dunque libri come questo, informato ed obiettivo nella sua ampia ed aggiornata introduzione, che riporta tutti gli episodi noti accaduti nella regione, come dice l'autore, "in ordine cronologico con gli elementi essenziali di data, luogo, svolgimento e vittime, con i nomi e l'indicazione della bibliografia per eventuali riscontri e approfondimenti". Infatti dalla numero 63 alla 284, sono ben 221 le pagine dedicate ai nomi, alle località ed alle circostanze nelle quali a tanti ed incolpevoli civili la vita è stata bruscamente interrotta da un evento riconducibile allo stato di guerra e di occupazione militare, durante il quale il fragore delle armi e degli ordigni di distruzione tutto ha sovrastato e ciecamente colpito. Dopo le benemerite ricerche, condotte a livello nazionale, sulle stragi nazi-fasciste (per quanto riguarda la nostra regione curate in modo particolare dalla storica fermana Chiara Donati che si è avvalsa di svariati collaboratori locali) ecco dunque, finalmente, il repertorio marchigiano completo – arricchito da una preziosa bibliografia contenuta nelle esaurienti note a piede di pagina – delle vittime e dei loro carnefici. I temi legati al passaggio del fronte, alla lotta partigiana ed antipartigiana, allo sfollamento ed all'impatto sui civili, non solo delle rappresaglie tedesche, ma anche dei bombardamenti alleati che, in filigrana, costituiscono il filo conduttore del libro, sono stati finora prevalentemente trattati da storiografi e memorialisti locali, producendo dei risultati anche apprezzabili, ma quasi mai in grado di dare conto e di inserire tutto ciò che viene descritto in un quadro più ampio, dettagliato e comprensibile, delle dinamiche generali in vigore non solo nelle nostre quattro provincie, ma anche nel resto d'Italia e nell'Europa stessa. Ora, ottanta anni dopo, Ruggero Giacomini raccoglie quei brandelli e li unisce in un unico quadro, fornendo una visione completa di ciò che è accaduto nelle nostre città e nei nostri borghi in quei mesi terribili. La storia della nostra regione si arricchisce così di un nuovo strumento di conoscenza e, perché no, di consapevolezza e di memoria e di ciò mi sento di ringraziare autore ed editore.C'è infine un'ultima annotazione che voglio fare, a conclusione di queste brevi note che trattano di un libro che definirei "necessario". Essa riguarda l'assenza, l'indifferenza o la distrazione delle istituzioni locali e regionali – presenti sulla carta, seppure soggette ai variabili umori della politica e dipendenti in larga parte dai suoi finanziamenti – che hanno, o dovrebbero avere, per proprio fine istituzionale, se non la diretta partecipazione, almeno l'attenzione verso ciò che valorizza la storia di questa nostra regione, anche nei suoi aspetti minori e finora negletti. Attenzione che, almeno in questo caso, non mi risulta ci sia stata. E questa mi sembra essere una ragione di più per acquistare e leggere il libro: anche per mandare un segnale ai troppi distratti, oltre che per meditare sui suoi contenuti.

Alvaro Rossi

------------------------------------------------------------------------------------------

"Vite spezzate", di Ruggero Giacomini, edito da Affinità Elettive (2024), sarà presentato venerdì 1 marzo alle ore 18, alla libreria Affinità Elettive in corso Stamira 33 ad Ancona. Nel corso dell'incontro, moderato da Lucilla Niccolini, sarò presente l'autore e interverrà Mario Carassai