Ancora coinvolgenti ululati garage-rock dai Mad Dogs

08.07.2023

di Giampaolo Milzi

Esiste un'antica leggenda sul fatto che una notte la Luna scese sulla Terra per svelare i suoi misteri, ma mentre si muoveva tra gli alberi, rimase impigliata tra i rami. La storia narra che fu un lupo a liberarla e, durante tutta la notte, la Luna e il lupo si raccontarono storie, scherzarono e si divertirono insieme. La Luna si innamorò dello spirito del lupo e in preda a un attacco di egoismo, prima di ritornare al suo posto nella galassia, rubò l'ombra dell'animale in modo da non dimenticare mai quella fantastica notte. Pertanto, da allora, il lupo ulula alla Luna perché rivendica la sua ombra. Ebbene questa leggenda che si perde nella notta dei tempi ber si presta a descrivere la genesi e l'intrigante realtà dei Mad Dogs, cani lupo letteralmente impazziti per il rock più diretto, immediato e genuino, e al contempo duro ma melodico. Parliamo del rock più mitico, quello che affonda le sue radici negli anni '60 e in parte nei '70 (quelli del punk), privo di orpelli e arrangiamenti sofisticati, ma schietto e capace coi suoi decibel tonanti, urticanti e hard-pop di regalare serate e nottate fantastiche, ludiche ed eccitanti all'immarcescibile popolo della scena alternativa e indie. Per i componenti di questa band del Maceratese - Marco Cipolletti (voce e chitarra), Luca Zenobi (chitarra), Simone Mosciatti (basso), e Giacomo Zepponi (batteria cori) - questo tipo di rock è un culto, una colonna sonora vitale irrinunciabile, che trova la sua pienezza di senso e significato se non condivisa con il resistente pubblico del rock'n'roll olny "for fun". I Mad Dogs vengono da lontano nel tempo, i lori primi ululati riecheggiarono nel 2009, poi parziali cambi di formazione, tre album, decine e decine di concerti e quindi dal 2016 l'attuale line up, che in questa primavera ha dato la vita al loro esordio nel formato 7 pollici, uscito per la Go Down Records. Due brani, "Solitary walker's blues" e "A new dawn", che pur segnati ancora dall'influenza alla famigerata e deragliante scena del Detroit Sound (vedi tipacci tosti tipo Stooges e MC'5) si caratterizzano fortemente per il genere garage dei formidabili "sixties"; ancora di più rispetto ai pezzi dei tre lavori precedenti sulla lunga distanza, ovvero "Niente è come sembra" (2014), "Ass shakin' dirty rollers" (2017) e "We are ready to testify (2020). Secondo l'interpretazione autentica del cane pazzo Cipolletti, "A new dawn" è "un brano molto power pop, che strizza l'occhio alle sonorità degli Hellacopters" (con tanto di cori e la semplice quanto seducente svisata di chitarra finale), mentre "A solitary walker's blues" è appunto "un blues crudo che rimanda alle cavalcate degli Hypnotics". Atmosfere anni '70, certo, ma per voler sintetizzare lo stile dei Mad Dogs è un garage rock bello e buono, quello che li ha da anni contraddistinti e che marchia anche questi due nuovi pezzi, ovviamente con un retrogusto vintage che, molto al di là di sterili scopiazzamenti, è sì un omaggio al passato degli anni verdissimi della musica del diavolo, ma rivisto con grande personalità. Ci tocca di nuovo sottolineare quindi, con grande soddisfazione, quello che abbiamo già evidenziato nel recensire "We area ready to testify": le sei corde, onnipresenti, sono usate in modo deragliante e prodighe di riff accattivanti, riverberi, spirali di note piacevolmente urticanti, con la melodia che emerge e flirta in maniera encomiabile col tappeto volante di una ritmica serrata, sparata anch'essa con altissimo peso specifico.

Quanto a citazioni di tipo influenzale, a parte i già segnalati Hellacopters e Hipnotics, i Mad Dogs non fanno mistero di ispirarsi agli australiani Radio Birdnam e New Chritsts, ai Bad Religion (Los Angeles), ai The Dictators (New York), ai Flaming Groovies (fondati nel 1965 a San Francisco). E confessano il loro amore viscerale per la mitica quanto fondamentale scena di Detroit, tipo i primi dinamitardi passi discografici dei già richiamati Stooges, tanto per capirci. Va da sé che la dimensione live è quella ideale per "spararsi" massicce dosi del sound del branco di Cipolletti, una dimensione nella quale i nostri hanno esperienza e successo da vendere, basta ricordare che hanno infuocato palchi di ogni grandezza, condividendoli con gente del calibrio di The Lords ohf Altamont, Deniz Tek (Radio Birdman), Keith Streng (Fleshtones), Yawing Man, Sick Rose, Not Moving. Questa recensione non può chiudersi che con l'augurio di incontrarli al più presto in un concerto per sani, liberatori, divertenti "ululati" collettivi.

Per contatti e ascolti: digitare Mad Dogs su Facebook, You Tube, Bandcamp o cliccare sul link godownrecords.com/mad-dogs