Carlo Maratti, oltre 2.300 visitatori per la mostra di Camerano: ultimi giorni tra incisione e memoria barocca




La mostra Carlo Maratti e l'incisione, inaugurata lo scorso 17 luglio nella Chiesa di San Francesco a Camerano, ha già attratto oltre 2.300 visitatori dopo circa un mese dal suo avvio, segnando un risultato che testimonia quanto il "gran Maratti" continui a esercitare un fascino vivo a quattro secoli dalla nascita. L'esposizione, curata da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Stefano Papetti, resterà aperta fino al 14 settembre, prima di approdare ad Ascoli Piceno e infine a Roma, in un itinerario che ripercorre idealmente la biografia e la fortuna europea dell'artista. La rassegna non si limita a un omaggio celebrativo: esplora, con rigore filologico, il rapporto fra pittura e incisione, restituendo al visitatore la consapevolezza di come Maratti seppe usare la stampa come strumento di modernità e di diffusione del proprio linguaggio, capace di raggiungere le corti e le accademie europee ben oltre i confini della Roma barocca. «Celebrando Carlo Maratti, celebriamo non solo un artista straordinario, ma una visione del classicismo romano – ricorda Claudio Strinati, Presidente del Comitato Nazionale e Segretario Generale dell'Accademia di San Luca –. L'incisione fu per lui un mezzo di affermazione e di memoria, una forma di "eternità" che anticipava la riproducibilità dell'immagine moderna».Sullo stesso registro si colloca la riflessione di Barbara Mori, Segretario Tesoriere del Comitato e consigliere comunale di Camerano: «Abbiamo fortemente voluto che la prima tappa fosse qui, nella città natale, perché Maratti rappresenta non solo un capitolo di storia dell'arte, ma un elemento di identità collettiva. È un progetto che unisce orgoglio civico e ricerca scientifica». «L'obiettivo della mostra è ricostruire, con metodo filologico, il ruolo dell'incisione nella strategia artistica e culturale di Maratti – spiega Simonetta Prosperi Valenti Rodinò curatrice della mostra –. Si tratta di un progetto che riunisce per la prima volta un corpus straordinario di opere, molte delle quali raramente esposte o inedite, restituendo la complessità di un artista che fu protagonista assoluto della Roma barocca». Sempre tecnico lo sguardo di Stefano Papetti, co-curatore della mostra: «Maratti seppe coniugare la raffinatezza del segno alla forza del messaggio, affidando alle stampe il compito di rendere perenne e accessibile la propria opera. L'incisione diventa così chiave di lettura per comprendere l'evoluzione del gusto e della committenza tra Seicento e Settecento». La mostra - un successo che conferma l'attualità del "gran Maratti", maestro del classicismo romano e interprete del Seicento barocco - rimane visitabile tutti i giorni fino al 14 settembre, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, nella Chiesa di San Francesco.
