Free pop art rock non convenzionale e sperimentazioni in stile “Moonmine”

22.12.2021

di Giampaolo Milzi

A 9 anni impara a suonare il pianoforte, a 16 inizia a far parte, via via, di alcune band della scena più o meno indie marchigiana, una caterva di concerti e poi dal 2020 la svolta, inevitabile dopo tantissimo tempo speso ad esplorare meticolosamente e studiare il mondo della musica viaggiando attraverso tanti generi: pop, rock, jazz, blues, folk, funk, reggae, hip hop, classica, elettronica. Una svolta produttiva in cui il 39enne Moonmine, all'anagrafe Lorenzo Ciavola, racconta il suo, di pianeta musicale, molto personale, originale, stiloso, affascinante. Due anni in cui Lorenzo, originario di Fabriano ma da un pezzo trapiantato a Latina, ha eruttato come un vulcano tutte le intuizioni, le idee, le suggestioni figlie della sua lunghissima esperienza artistica, sotto forma di tante composizioni digitali. "Tutto materiale che continuavo a tenere chiuso nel cassetto", confessa. Di cui ci limitiamo a prendere in esame "See the sky", l'ultimo singolo appena pubblicato (preceduto nel maggio scorso dal brano "The power of hate") e soprattutto la sua opera un po' più lunga, forte di quattro tracce, l'Ep "My revolution", del marzo di quest'anno. Cantante, "songwriter" e specialmente musicista, iper creativo, Lorenzo. Il minino comune denominatore del suo lavoro, tutto "one man made?" Il pop, ma attenzione, un pop molto, molto particolare. Che sia in "See the sky" sia nell'Ep "My revolution" spiazza in modo stupefacente, per la peculiarissima abilità di Moonmine di contaminarlo e stravolgerlo, questo pop iper ibridato - secondo chi scrive - soprattutto attraverso forti contaminazioni jazz, folk, di varie declinazioni rock, di sottili e ariose venature psichedeliche, fino alla musica classica. Con l'uso abbondante di un tappeto d'elettronica ("Utilizzo molto vari tipi di tastiere e sonorità rielaborate al computer"), di una sei corde soft, di una ritmica di tenue sottofondo, di una voce camaleontica nelle sue tonalità e modalità espressive.

"Free pop", o "pop art rock non convenzionale", così Moonmime definisce le sue produzioni (arrangiate in modo semplice e minimale), in cui "amo sperimentare senza pormi limiti, in piena libertà". Cercando "senza compromessi, attraverso un percorso di continua crescita, ricerca e maturazione identitaria di distinguermi virtuosamente nel gran calderone delle produzioni odierne". Un obiettivo pienamente centrato. Ciò che intriga è l'ariosità, la spruzzata di melodia che lievita un po' da tutte le canzoni. Con delle differenze, certo. Tornando all'Ep "My revolution", nell'iniziale "Karma (Hate love pt 2)" le note del piano lasciano spazio a un cantato a tratti stralunato, talvolta acido, altre stizzito, che gioca col jazz e volatili aperture. La successiva "Leaves" inizia con uno sbadiglio e Moonmine sembra quasi colloquiare con l'ascoltatore, tra lamentazioni, invocazioni e parole profuse come in una ninna nanna. A seguire, la title track "My revolution" sposa la forma canzone più ortodossa, la ritmica è più presente, viene in mente certa new wave primi ani '80 molto alchemica. Il rock e la chitarra si fanno sentire più decisi nel quarto brano, "I don't care", che scorre come una ballata "sui generis". Quanto all'ultimo singolo, "See the sky", si tratta di una profonda rielaborazione di "I don't care", in una veste molto soffusa, dolce, aeriforme.

Un artista a 360° gradi, Moonmine, che non poteva che essere anche un po' filosofo, vista la passionalità e l'intimo, ricercatissimo poliformismo del suo sound, in perfetta simbiosi coi suoi testi, tutti in inglese. Il suo motto? "C'è una realtà più grande e profonda che ridicolizza in modo menefreghista le tante, troppe stronzate di cui tanta gente è schiava". Quali? "Perbenismo, consumismo, brama di potere, di apparire importanti, di essere amati; convinzioni e tradizioni date per scontate e subite passivamente". E allora, qual è la realtà più profonda, scevra di queste "stupide stronzate"? "La presa di coscienza dei nostri limii personali per superarli, riuscendo ad essere davvero noi stessi, a fare ciò che vogliamo". E, forse, per farsi capire meglio, Moonmine ha già in cantiere un imminente nuovo singolo in italiano e, per l'anno prossimo, finalmente un album con 13 canzoni, di cui alcune in italiano.

Per ascoltare in streaming ed acquistare tutta la produzione di Moonmine (che comprende anche il primo Ep "Private Conversations" (gennaio 2020), i singoli "Dice" (novembre 2020) e "What you give" (gennaio 2021), c'è il portale web Bandcamp