Heat Fandango, un trio di lunga vita che riavvia con stile il music system su basi post punk

22.12.2021

di Giampaolo Milzi

Se ci sono tre musicisti che entrano ed escono dalle cantine in continuazione per raggiungere i palchi, cantine foriere di vulcaniche creazioni rock, beh, questi sono certamente gli anconetani Tommaso Pela, Marco Giaccani e Michele Alessandrini. Un trio che il rock lo partorisce da una vita, spesso con altri compagni di viaggio. E al quale, per fortuna, le pulsioni astinenziali e limitanti del Covid 19 hanno fatto un baffo. Lo riprova l'ascolto di questo "Reboot System", loro album di debutto - s'intende, con questa formazione - attraverso il quale "riavviano il sistema" di vita all'insegna soprattutto dei decibel e invitano gli ascoltatori a fare un po' lo stesso. Nove tracce che provengono da una duratura gestazione, forgiate tutte agli inizi della pandemia, tranne la title-track, prima del maledetto lockdown del 2020. E che ora sono pronte - visto che i capoccioni del Governo nazionale hanno dato l'ok a balli e concerti al chiuso - per essere lanciare come pepite un po' grezze ma calienti dai palchi. Ne sa qualcosa il pubblico che il 16 ottobre, al circolo Dong di Macerata s'è goduto il live (di ri-esordio) di Tommaso, Marco e Michele, alias Heat Fandango. Il cd in questione, disponibile anche in digitale, sembra un'ottima rielaborazione della lunghissima militanza dei tre in alcune band della scena underground anconetana e marchigiana (dai mitici Lush Rimbaud, in pausa di riflessione da un po', ai Beurk!, passando per Jesus Franco and The Drogas e New Laser Man); militanza condivisa in passato e in precedenti lavori discografici con altri adoratori del buon diavolo del rock'n'roll (David Cavalloro, Alessio Ballerini, Pietro Baldoni, Sacha Moccheggiani, Daniele Sconocchini, Michele Prosperi, Nicola Amici, Andrea Refi, Andrea Carbonari). Insomma, moltissimi anni spesi in gig e composizioni con apporti esterni, per questo trio, che nel tempo ha metabolizzato ed eruttato in modo contaminato punk, simil hardcore, psichedelia e sperimentazioni deraglianti a volte nell'ambient, senza disdegnare apporti sonori più tecnologici. Una grande esperienza di influssi e suggestioni che in "Reboot System" viene rielaborata con buona originalità, restituendoci uno stiloso post punk sui generis. Sui generis poiché sono evidenti, sebbene clonati, gli influssi delle decadi passate, i formidabili anni '60, ma con l'organo Farfisa così strapazzato da essere difficilmente riconoscibile, così come gli '80, tanto che nel disco incide molto l'uso di una Roland campionata per delle ritmiche elettroniche che ben si sposano con la variegata, a volte ossessiva bass-guitar di Giaccani e con la potente batteria di Alessandrini. Un impianto di fondo post punk, va ribadito, permeato da garage, emanazioni lisergiche, striature di acido blues. Per coloro che amano le citazioni di rimando a grandi band, eccovi accontentati: The Fall, Gallon Drunk, Suicide, Lydia Lunch, Soft Boys, Thee Oh Sees.

Tommaso Pela sembra dirigere un'affiatata orchestra, con la sua volubile chitarra e la sua voce, fortificata da aperture corali. I testi, scritti e cantati dallo stesso Pela - mentre i brani sono stati realizzati a tre teste - sono perfettamente in linea con questa musica ruvida, veloce, diretta, che concede poche pause. Testi incentrati su una difficoltà esistenziale di base, su un presente di provincia claustrofobico, veicolati con forte grinta, con un senso di rivincita. Testi in inglese, che giocano con ossimori e contraddizioni, che spesso raccontano storie di vita quotidiana e globale, a volte riprese dai media (in "Guilty" è sotto attacco la migranti-fobia), a volte immaginifiche (il protagonista di "Hard Nite" è un tizio che vuol cambiar totalmente vita, partire verso nuovi orizzonti, ma con ci riesce).

"Reboot System", distribuito dalle indie "Bloody Sound Factory" di Jesi e "Araghost Records" di Recanati, è stato mixato e masterizzato al VDSS Studio di Frosinone da Filippo Stang. Il bel "package" grafico è "made in" Salvatore Liberti (di Napoli). Godibilissimo il video dell'inziale "Reboot System", frutto dell'estro del marchigiano Alessandro Bracalente.

I brani sono ascoltabili sul canale youtube del gruppo, spotify e soundcloud. Per acquistare il disco: contatti su Facebook e Instagram "Heat Fandango", o scrivere a heatfandango@gmail.com. Infotel.349/6424962, 348/1967203 (Peyote press).