Il diritto alla salute dei cittadini e l’importante ruolo dei Comitati di partecipazione

24.10.2023

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota stampa redatta dal dott. Roberto Amici, presidente del Comitato di Partecipazione dei cittadini alla tutela della salute dell'Inrca di Ancona

"Molti si meravigliano della crescente distanza fra mondo politico e cittadini: i più infatti non si informano, pochi votano, una minoranza esercita la cittadinanza attiva. Anche intorno ad un tema importante come la salute, a parte le lamentele, spesso giustificate, ma sterili. Molte le cause: impossibile qui analizzarle.

Eppure esistono nelle Aziende sanitarie da tempo organismi che tutti potrebbero utilizzare per ottenere servizi migliori: i Comitati di partecipazione per la tutela della salute.

Essi sono espressi in modo elettivo dalle Associazioni di volontariato regionali che si occupano della salute e sono integrati poi da tecnici scelti dalle Aziende. Rispondono quindi ad esigenze di rappresentanza democratica ma anche di competenza. Tutto ciò è possibile leggere nel Regolamento regionale n.6 del 9 aprile 2015, mentre i Comitati sono stati confermati anche dalla Legge di riforma n. 19 dell'8 agosto 2022 all'art. 12. E quali sono i compiti loro assegnati dalle norme regionali? "Contribuire alla programmazione e pianificazione socio-sanitaria regionale"; "svolgere attività di verifica e controllo sulla gestione dei servizi sanitari"; "monitorare le condizioni di accesso e fruibilità dei servizi sanitari", ed anche promuovere la partecipazione attiva dei cittadini. Compiti non da poco, evidentemente.

E hanno davvero agito negli anni scorsi? Alcuni esempi, oltre alle attività quotidiane, sono possibili:

· L'esperienza della formulazione di una lettera di dimissione comune alle diverse Unità operative che garantisse una spiegazione adeguata al paziente, leggibilità, astensione dagli acronimi, indicazioni sui controlli, se necessari, e sugli appuntamenti relativi.

· La partecipazione al Progetto Nazionale AGENAS (Agenzia Nazionale Servizi Sanitari) e Cittadinanza attiva sulla Umanizzazione dei servizi sia per gli Ospedali che per le strutture post-degenza.

· Il Progetto "Presa in carico post-dimissione" (collaborazione dei relativi 3 Comitati con l'INRCA, l'Azienda Ospedaliero-universitaria e l'Area vasta 2) che ha consentito l'elaborazione di un percorso unificato post-dimissione nella complessa fase dell'uscita dall'Ospedale, in cui il paziente si trova spesso in grave difficoltà. Da esso è nato un testo, che ha raccolto i risultati e le relazioni dei componenti del gruppo di lavoro e una serie di suggerimenti per i decisori potenzialmente utili sul piano organizzativo (purtroppo non utilizzati e, forse, neanche letti).

· Un Progetto, nato dalla collaborazione con l'Università Cattolica di Roma, seguito ad un Master di II livello che è a disposizione della Regione Marche, elaborato tenendo conto della gradualità e della disponibilità di risorse, sulla creazione di un team regionale per la partecipazione attiva dei cittadini.

· L'ultimo esempio è quello, in corso, del Progetto di Medicina Narrativa, che il Comitato dell'INRCA sta svolgendo in collaborazione con l'Istituto e con le Associazioni. Non ha l'ambizione di essere rivoluzionario, perché ci sono altre esperienze, ma la raccolta delle narrazioni, spontanee ed anonime, dei pazienti e degli operatori rappresenta un tesoro ancora inesplorato. Lo è in quanto la prospettiva dei pazienti, anche di quelli che non hanno o non farebbero segnalazioni all'URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), permette di avere informazioni su un vissuto che altrimenti sarebbe inconoscibile. E proprio le esperienze, i percorsi, i dubbi, le domande, i piccoli-grandi ostacoli possono diventare una guida per una revisione organizzativa e, naturalmente, per una riduzione dei rischi e un aumento della sicurezza.

E allora quali sono i problemi? Il primo è che le Aziende, la Regione, i decisori in generale ritengono spesso marginali i Comitati, indipendentemente dal livello del lavoro che svolgono e dei potenziali effetti positivi sulla qualità dei servizi ai cittadini. Il secondo, non meno grave, è che i mezzi di comunicazione sono propensi più a pubblicare episodi più o meno scandalosi (la "mala sanità") oppure, di converso, comunicati stampa autoelogiativi delle Istituzioni; convinti evidentemente che ciò attragga di più l'interesse del pubblico. Così il lavoro di studio, progettazione, esecuzione dei Comitati è ignorato del tutto o in gran parte dai cittadini che pure ne sono i beneficiari. E ignorarlo aggiunge un tassello importante all'allontanamento della popolazione dall'impegno civile".

Per ulteriori informazioni: robertoamici2010@gmail.com