Il diritto alla salute dei cittadini e l’importante ruolo dei Comitati di partecipazione
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota stampa redatta dal dott. Roberto Amici, presidente del Comitato di Partecipazione dei cittadini alla tutela della salute dell'Inrca di Ancona
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"Molti si meravigliano della crescente distanza fra mondo politico e cittadini: i più infatti non si informano, pochi votano, una minoranza esercita la cittadinanza attiva. Anche intorno ad un tema importante come la salute, a parte le lamentele, spesso giustificate, ma sterili. Molte le cause: impossibile qui analizzarle.
Eppure esistono nelle Aziende sanitarie da tempo organismi che tutti potrebbero utilizzare per ottenere servizi migliori: i Comitati di partecipazione per la tutela della salute.
Essi sono espressi in modo elettivo dalle Associazioni di volontariato regionali che si occupano della salute e sono integrati poi da tecnici scelti dalle Aziende. Rispondono quindi ad esigenze di rappresentanza democratica ma anche di competenza. Tutto ciò è possibile leggere nel Regolamento regionale n.6 del 9 aprile 2015, mentre i Comitati sono stati confermati anche dalla Legge di riforma n. 19 dell'8 agosto 2022 all'art. 12. E quali sono i compiti loro assegnati dalle norme regionali? "Contribuire alla programmazione e pianificazione socio-sanitaria regionale"; "svolgere attività di verifica e controllo sulla gestione dei servizi sanitari"; "monitorare le condizioni di accesso e fruibilità dei servizi sanitari", ed anche promuovere la partecipazione attiva dei cittadini. Compiti non da poco, evidentemente.
E hanno davvero agito negli anni scorsi? Alcuni esempi, oltre alle attività quotidiane, sono possibili:
· L'esperienza della formulazione di una lettera di dimissione comune alle diverse Unità operative che garantisse una spiegazione adeguata al paziente, leggibilità, astensione dagli acronimi, indicazioni sui controlli, se necessari, e sugli appuntamenti relativi.
· La partecipazione al Progetto Nazionale AGENAS (Agenzia Nazionale Servizi Sanitari) e Cittadinanza attiva sulla Umanizzazione dei servizi sia per gli Ospedali che per le strutture post-degenza.
· Il Progetto "Presa in carico post-dimissione" (collaborazione dei relativi 3 Comitati con l'INRCA, l'Azienda Ospedaliero-universitaria e l'Area vasta 2) che ha consentito l'elaborazione di un percorso unificato post-dimissione nella complessa fase dell'uscita dall'Ospedale, in cui il paziente si trova spesso in grave difficoltà. Da esso è nato un testo, che ha raccolto i risultati e le relazioni dei componenti del gruppo di lavoro e una serie di suggerimenti per i decisori potenzialmente utili sul piano organizzativo (purtroppo non utilizzati e, forse, neanche letti).
· Un Progetto, nato dalla collaborazione con l'Università Cattolica di Roma, seguito ad un Master di II livello che è a disposizione della Regione Marche, elaborato tenendo conto della gradualità e della disponibilità di risorse, sulla creazione di un team regionale per la partecipazione attiva dei cittadini.
· L'ultimo esempio è quello, in corso, del Progetto di Medicina Narrativa, che il Comitato dell'INRCA sta svolgendo in collaborazione con l'Istituto e con le Associazioni. Non ha l'ambizione di essere rivoluzionario, perché ci sono altre esperienze, ma la raccolta delle narrazioni, spontanee ed anonime, dei pazienti e degli operatori rappresenta un tesoro ancora inesplorato. Lo è in quanto la prospettiva dei pazienti, anche di quelli che non hanno o non farebbero segnalazioni all'URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), permette di avere informazioni su un vissuto che altrimenti sarebbe inconoscibile. E proprio le esperienze, i percorsi, i dubbi, le domande, i piccoli-grandi ostacoli possono diventare una guida per una revisione organizzativa e, naturalmente, per una riduzione dei rischi e un aumento della sicurezza.
E allora quali sono i problemi? Il primo è che le Aziende, la Regione, i decisori in generale ritengono spesso marginali i Comitati, indipendentemente dal livello del lavoro che svolgono e dei potenziali effetti positivi sulla qualità dei servizi ai cittadini. Il secondo, non meno grave, è che i mezzi di comunicazione sono propensi più a pubblicare episodi più o meno scandalosi (la "mala sanità") oppure, di converso, comunicati stampa autoelogiativi delle Istituzioni; convinti evidentemente che ciò attragga di più l'interesse del pubblico. Così il lavoro di studio, progettazione, esecuzione dei Comitati è ignorato del tutto o in gran parte dai cittadini che pure ne sono i beneficiari. E ignorarlo aggiunge un tassello importante all'allontanamento della popolazione dall'impegno civile".
Per ulteriori informazioni: robertoamici2010@gmail.com