Impegnato ma leggero, pop ma profondo e vitale Sedotti dall’elegante cantautorato di Matteo Greco
di Giampaolo Milzi
"Vivere è solo il nostro tempo per ridere un po'...". Ha scelto una frase un po' sibillina quanto intrigante, Matteo Greco, per il titolo di questo suo terzo album (quarto lavoro in studio in realtà se si considera l'ep d'esordio del 2001). Una frase che nella lirica title track "A piedi nudi tra i rami" perde i puntini sospensivi per trasformarsi in una domanda che forse contiene già in sè un'ipotesi di risposta: le persone potrebbero vivere meglio, riconoscendo le proprie contraddizioni, incertezze, futili scorciatoie nel superare ostacoli e difficoltà; con più leggerezza ma anche con più coraggio, cogliendo l'attimo dell'esistenza sempre mutevole, con gioia, sorridendo all'amore.
Matteo, classe 1978, di Falconara Marittima (AN), è uno nelle cui vene il cantautorato scorre quasi congenito, come dimostra la non comune facilità, leggerezza ed eleganza con cui trasferisce le pulsioni espressive dei suoi testi nella forma canzone. Un cd, questo, completamente autoprodotto in quella specie di cittadella sonora che è la "Mami Music" di Marina di Montemarciano (AN), etichetta indipendente e di distribuzione, oltre che studio di registrazione, fondata qualche anno fa dallo stesso Matteo, artista di grande esperienza, sia tecnica, che nella dimensione live e dello spettacolo. Basta ricordare il suo piazzamento come semifinalista all'Accademia di Sanremo (2003), la partecipazione nel 2004 e 2007 alle selezioni per Sanremo Giovani, la vittoria al festival Divi di note (2006). Un cantautore maturo ed estroso, che meriterebbe più fama a livello nazionale. Comunque, seguito da una marea di fan e grazie al suo pallino per i videoclip (che replicano quasi tutte le sue composizioni), il successo se l'è visto arrivare con centinaia di migliaia di visualizzazioni. In questo disco - preceduto da "Giornate d'inverno" (2006) e da "La soluzione" (2014) - Matteo Greco propone 8 nuove canzoni-perlina, inanellandone altre 7 tratte dalle sue precedenti uscite discografiche in un filo conduttore che, come ci spiega, "rappresenta i vari aspetti del sociale al quali mi sono avvicinato". Un sociale a 360°, complesso ma reso in modo soft e melodico, alimentato da un approccio autobiografico ed esistenzialista. Che spazia tra molte tematiche, dalla violenza col senso di insicurezza che accompagna le persone ai sentimenti affettivi profondi (complici talvolta gli animali), dalla ricerca della libertà e dell'equilibrio interiore attraversando gli inciampi che ogni giorno porta con sé, fino alla politica (per citarne alcune). Quanto allo stile sonoro, restano alcuni di quei tratti di graffiante rock, di quelle accelerazioni ritmiche presenti nei dischi precedenti, ma in questa ultima opera sono la chitarra acustica e il pianoforte a dominare, forgiando un pop melodico sì, ma impegnato, che fa pensare, spinge chi ne fruisce a ponderare, valutare, meditare.
Limitandoci ai pezzi inediti, tutti arrangiati e mixati da Matteo - tranne "Carabiniere spara" e "Dammi del tu" (in cui c'è anche la mano di Franco Cristaldi, bassista di fama che ha suonato con big del calibro De Gregori e Max Pezzali) ne spiccano due recentissimi: "Un grido contro la paura", scritto nell'autunno scorso per schiaffeggiare l'imminente, forte paura per la nuova ondata epidemica del Covid 19 (e poi diventato virale nei social dove ristoratori, baristi e professionisti vari si sono fatti filmare mentre lo canticchiavano); e "Natale per tutti", con la rassicurante partecipazione ai cori e nella versione video degli infaticabili membri della Croce Gialla. "La favola del merlo che non parla" affronta tra i vari argomenti la difficoltà per un genitore solo di educare un bambino e la solitudine adolescenziale; "Difendiamoci" ci riporta all'incubo del terrorismo di matrice islamica. Tutti "plot" di estrema attualità, come "Mi chiamo George", riproposta in inglese come "They call me George" in chiusura del cd, pezzo scritto di getto dopo l'omicidio dell'afroamericano George Floyd (Minneapolis, 25 maggio 2020) vittima degli abusi di potere della polizia.
Continua a scrivere nuove canzoni, Matteo Greco - e a sperare "di tornare presto sul palco", dopo il suo ultimo, bellissimo concerto a Macerata dell'ottobre scorso - , con la sua non comune capacità di raccontare vita e vite, problemi e disagi profondi e variegati con un tocco creativo morbido, orecchiabile, tra luci ed ombre; mentre chi ascolta note e parole le metabolizza col cuore e la mente, trovando, crediamo, una serena consapevolezza in moltissimi spunti di riflessione.
Per contatti, ascolti e informazioni www.matteogreco.it - Il disco è acquistabile sul citato sito web e nelle piattaforme di vendita on line. Il cantautore è presente su Facebook: "matteo greco rock" - Tel. 340/5469758