LA SIMEIDE “Una lotta vincente”, di Tullio Bugari (Seri editore, collana Le Bussole, 2019, euro 15
L'epopea moderna di una fabbrica di Jesi, dal punto di vista di chi l'ha vissuta intensamente in prima persona, gli operai.
La fabbrica è la SIMA (da qui Simeide), azienda metalmeccanica un tempo leader in Italia e in Europa, che dagli anni '60 ai '90 del secolo scorso, grazie ai "giochi di potere" di chi si alterna all'amministrazione dell'azienda stessa e alla crisi finanziaria nazionale, vive una serie di vicissitudini: passaggi di proprietà annunciati e mai avvenuti destabilizzano l'ambiente e si ripercuotono sui lavoratori che rischiano la perdita del lavoro. Questa situazione però compatta gli operai (e alcuni impiegati) che creano un comitato di fabbrica (cdf), fondamentale per mantenere costanti i contatti coi vertici aziendali, coi sindacati, le forze politiche e le istituzioni regionali, dando vita a tantissime iniziative: volantinaggi, assemblee, scioperi, blocchi dei treni (da rimarcare un muletto lasciato sopra i binari e le sue chiavi gettate in mezzo al campo).
Nata negli anni '20 del '900 per la produzione di aratri
e macchinari per agricoltura, la SIMA si specializza poi in macchine per
estrazione dell'olio d'oliva, supera diverse crisi fino a che la FIAT si
interessa ai suoi prodotti, alterna suoi dirigenti nella società e favorisce lo
sviluppo economico della stessa. Col tempo però le speculazioni di chi si
avvicenda alla guida aziendale (tra giri sospetti di denaro e trasferimenti di
capitali all'estero), le annunciate conversioni verso la produzione di
automobili prima, di posate poi, senza che nulla si concretizzi davvero, la
situazione poco chiara della FIAT,
contribuiscono a deteriorare le condizioni dei lavoratori della SIMA,
costretti a vivere anni di incertezze. Tutto ciò contribuisce però a dare unità
all'impegno "extra-lavorativo" del cdf, arrivando a coinvolgere anche i
concittadini di Jesi,
che partecipano numerosi alle manifestazioni per i diritti degli operai, comprendendo
che la critica situazione della SIMA è dannosa per tutta la città. Gli anni che
passano vedono continui rimpasti anche a livello governativo nazionale, con
cambi innumerevoli alla Presidenza del Consiglio, dal pentapartito con a capo
Forlani, fino a Fanfani, de Mita, il sempre presente Andreotti e altri ancora.
Tanti cambiamenti che causano un allungamento dei tempi di attuazione delle
proroghe di cassa integrazione, oltre a modifiche e stop a decreti legge che
erano in principio favorevoli agli operai. Naturale che in tale contesto
diventa ancora più teso il clima che caratterizza in particolar modo il ventennio dal'77 al '96, coi sindaci che si succedono a Jesi a
cercare (chi più chi meno) di dar manforte alla lotta operaia partecipando a
innumerevoli incontri col cdf, con le forze amministrative e politiche regionali
e nazionali, e talvolta coi dirigenti che si avvicendano in azienda. In questo
clima c'è spazio pure per le polemiche tra i rappresentanti locali dei partiti per
prendersi i meriti e/o i demeriti di momentanei successi/insuccessi nelle varie
trattative con gli acquirenti della SIMA, che via via vengono annunciati.
Successi che però mai sembrano riflettersi positivamente sui diritti dei
lavoratori.
Numerose anche le convocazioni giudiziarie per quegli operai che durante le manifestazioni bloccano strade e/o binari, in un'atmosfera a volte esasperata dalla presenza di forze dell'ordine in assetto anti-sommossa. Alla fine la SIMA sarà rilevata dall'americana Caterpillar. Ma i ricordi di chi ha vissuto quegli anni, la consapevolezza di esser stati parte di una comunità e di una città che ha partecipato intensamente alle vicende della storica azienda, onorano l'impegno di uomini e donne che risaltano tra le righe de "La Simeide".
Tullio Bugari, nato a Jesi, laureato in Filosofia, si
è occupato per molti anni di ricerca in campo sociale.
In questo saggio-racconto conquista il lettore con un linguaggio essenziale,
tale da rendere scorrevoli anche pagine
farcite di date, nominativi, riferimenti giuridici e politici. Le testimonianze di vi ha "vissuto" questa vicenda
- con le 17 denunce per blocchi stradali e ferroviari -
il confronto costruttivo tra persone con gli stessi guai e le difficoltà in famiglia, la caparbietà nel tener duro fino alla fine-
ne fanno un appassionante documento, esempio di storia viva; una storia da raccontare ad alta voce.
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Daniele Polverari