Porto di Ancona “chiuso”, anche direttore Confcommercio e rettore Univpm critici verso l’ordinanza AP che limita gli accessi. Polacco: “Preoccupato e solidale con le attività ricettive”. Gregori: “Qual è la vera strategia di sviluppo ecofriendly"
di Giampaolo Milzi
"Un fulmine a ciel sereno, un passo indietro dopo tanta pubblicità per un porto, soprattutto quello antico, sempre più aperto". Parole chiare e critiche, quelle espresse mercoledì da Massimiliano Polacco, direttore della Confcommercio-Ancona, a proposito dell'ordinanza emessa il 15 giugno scorso dall'Autorità Portuale (AP) di Sistema Medio Adriatico che vieta l'ingresso nello scalo marittimo di biciclette, monopattini e skate-board ed ha chiuso il passaggio pedonale attraverso Portella della Dogana in piazza Santa Maria ai pedoni dalle 18,30 fino alle 6 del attino circa.
"Non voglio entrare nel merito dell'off limits per bici e altri mezzi non inquinanti, ma sono, siamo certamente molto preoccupati per la chiusura permanente della Portella della Dogana, che aggiunta alla chiusura (temporanea, ma che si prospetta di lungo periodo, ndr.) dell'ingresso-uscita in fondo a lungomare Vanvitelli limita fortemente la fruibilità dei cittadini di un'area che, oltre a gradi bellezze storico.-architettoniche, ospita anche molte attività di servizio ricettivo". "Piena solidarietà" dunque, da Polacco, ai ristoratori che subito dopo l'ordinanza adottata per generici motivi di sicurezza, avevano protestato (come i titolari del risto-bar Manganelli e della trattoria da Irma, solo per fare due esempi,ndr.) per un prospettivo, sensibile calo della clientela in quanto "disincentivata ad entrare in porto dall'unico varco rimasto aperto ai pedoni, quello di piazza della Repubblica". "Certo, un varco molto lontano da quegli esercizi, con una distanza difficile da coprire a piedi soprattutto per anziani e disabili", ha aggiunto il direttore della Confcommercio. "Siamo preoccupati", lei parla plurale... "Sì, perché non solo la Confcommercio, ma anche altri soggetti istituzionali e non, fino a poco tempo fa, hanno pubblicizzato, benedetto, Amministrazione comunale compresa, una strategia sempre più ampia, articolata e concreta per rafforzare il rapporto tra porto, cittadini e turisti, e questa ordinanza contraddice questa strategia". L'esternazione di Polacco ricalca in parte - dopo la seconda manifestazione dei "pirati" di ieri sera che hanno circondato per protesta, con bici, monopattini e skate l'area della Fontana dei Due Soli all'insegna dello slogan "porto aperto, sì ad una mobilità dolce e non inquinante" - quanto sostenuto proprio durante il presidio di martedì 13 luglio da Maurizio Sebastiani, presidente della sezione Ancona di Italia Nostra: "Basta osservare che AP e Amministrazione comunale continuano a proporre proprio qui, a due passi da monumenti storici come gli Archi di Traiano e Clementino, una nuova mega-banchina per l'attracco di super navi da crociera iper inquinanti. Le bici problema di sicurezza? Macché. La Giunta municipale manca di una vera strategia per un porto che si possa frequentare senza l'incubo dello smog. Nella stessa direzione contraria va la cronica chiusura della Stazione ferroviaria marittima, che potrebbe assicurare una via di trasporto pulita e questa sì sicura". "Di mancanza di una strategia vera e chiara per una nuova, diversa crescita e sviluppo del porto" ha parlato anche il rettore dell'Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori. "Intendo anche una strategia che allarghi le possibilità di riappropriazione del porto da parte dei cittadini. Per noi è importante continuare a lavorare per contribuire ad un porto-ecofriendly, anche e soprattutto con le attività di ricerca dell'Univpm che hanno consentito, per fare un esempio, al gruppo Garbage di rendere operativi da tempo i battelli speciali tipo Pelikan, già da mesi operativi per la cattura di plastiche e microplastiche altamente inquinanti nell'area marittima dello scalo e non solo".