Raffineria api di Falconara: dalla risposta alla interrogazione dell’On. Zaratti si deduce che il Ministero dell’Ambiente ha un atteggiamento passivo. Chi inquina paga, quanto dobbiamo attendere? Il Governo intervenga! Silenzio di Regione e Comune

14.11.2025

Dopo la mobilitazione nel pomeriggio di venerdì 14 novembre alle 18,30 presso Galleria delle Idee di Falconara riceviamo e pubblichiamo questa nota dell'associazione Ondaverde

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Eppur si muove, si potrebbe dire, ma è grazie a noi se il governo si è dovuto confrontare con la vendita dell'intera holding Api/Ip al gigante azero Socar. Da tempo avevamo richiesto con forza che i rappresentanti istituzionali ad ogni livello, e le forze politiche oltre ogni colore, agissero da subito e con urgenza, coinvolgendo il governo centrale e il contesto parlamentare. Nel Question Time alla Camera a risposta immediata del Governo, mercoledì 11 novembre l'Onorevole Filiberto Zaratti ha in maniera precisa ed efficace dato voce alle nostre istanze.
Dalle partecipatissime assemblee di maggio e settembre stiamo costruendo il nostro Golden power dal basso: più che essere venduta a soggetti privati, la raffineria va affidata ad un'autority pubblica e terza, il commissario unico per le bonifiche, per quanto attiene la normativa sui Siti di Interesse Nazionale (SIN).
Se come pare la vendita è già incanalata verso binari definiti con l'accordo preliminare dello scorso settembre, serve convergere su proposte che impongano una trattativa che salvaguardi la specificità di questo territorio, che ospita la raffineria Api da 90 anni, con tutte le conseguenze che conosciamo. Una o entrambe le parti contraenti la vendita di Api-IP devono impegnarsi nell'attivazione di un fondo a garanzia delle bonifiche del sito e delle aree limitrofe, come dei monitoraggi delle emissioni convogliate e fuggitive. Fuori e dentro la raffineria siamo tutti sulla stessa barca e le bonifiche rappresentano la scommessa per un lavoro sicuro, non nocivo e che risarcisce dai danni subiti, a salvaguardia del territorio e di chi lo abita.
Le risposte del Governo oggi restano insufficienti ed hanno rivelato tutte le criticità della situazione. Dalla risposta al Question Time il governo ritiene ancora il Golden Power solo "eventuale", contemporaneamente ha però certificato quello che da almeno due anni rivendichiamo e su cui tutti i livelli istituzionali e politici hanno pubblicamente calato un silenzio assordante quanto connivente, con il quale fin qui la politica ha evaso le necessarie risposte: è in corso dal 2023 un procedimento ministeriale di riesame nei confronti della raffineria Api perché le misure di bonifica da messa in sicurezza operativa (MISO) del sito, cui la raffineria è obbligata per Decreti Ministeriali dal 2014 non sono ritenute sufficienti e adeguate solo però dopo che la Procura della Repubblica gli ha comunicato le accuse mosse nei confronti della Società anche per disastro ambientale e per il quale vi è il processo in corso al Tribunale di Ancona. Dal ché ci si domanda dove sono stati gli Enti, il Ministero, ISPRA, ARPAM, ecc. prima delle comunicazioni della Procura della Repubblica? E se non ci fosse stata la Procura non ci sarebbe stato nessun riesame delle MISO? E ciò, nonostante i già trascorsi 10 anni dalla loro definitiva approvazione.
Ma il Ministero dell'ambiente e i suoi organi tecnici, come tutti gli altri Enti coinvolti nelle iniziative di tutela del territorio, debbono attendere le eventuali iniziative della Magistratura o hanno un loro dovere di intervenire a prescindere? Non c'è più tempo Ministro e colleghi. Chi inquina paga ci ha detto il Ministro mercoledì. Se è vero come è vero, anzi verissimo, che chi inquina paga, è altrettanto vero che grava in capo a detti Enti un dovere e potere di controllo e intervento, anche di sospensione dell'esercizio delle attività, che prescinde, per come deve prescindere, da quello eventuale della Magistratura: quest'ultima persegue reati il Ministero e gli altri Enti la tutela del territorio.
Insomma dove siete stati e dove starete da oggi ai prossimi mesi? Due anni per un'istruttoria di riesame delle bonifiche bastano e avanzano diciamo noi. Il MASE è protagonista di una dilatazione delle tempistiche da anni, senza che imponga interventi rispondenti alla situazione, all'azienda andava da tempo imposto ben altro secondo quanto previsto dalla legge Seveso. Servono risposte concrete, responsabilità chiare e azioni conseguenti. Intanto la mobilitazione continua. Oltre alla conferenza stampa odierna faremo corso ad altre mobilitazioni, già questa sera alle 18:30 invitiamo ad essere presenti alla Galleria di Falconara, dove ci sono anche le nostri sedi associative, per manifestare il nostro dissenso e continuare il confronto comune, insieme come sempre.