SAN REMO RINGIOVANISCE 

22.03.2020

A SUON DI POP-ROCK E RAP

reportage di Cristina Tilio

"Effetto boom" di Eugenio in Via di Gioia, Pinguini Tattici Nucleari, Le Vibrazioni, la coppia Bugo-Morgan. Oltre che di Anastasio, Rancore e Junior Cally

A 70 anni "suonati", il Festival di Sanremo riconquista il pubblico dei giovani. Un fatto eclatante, certificato dai dati diffusi da RAI1 sulle percentuali di chi ha seguito da casa, in Tv, le lunghe serate della grande kermesse-pilastro della tradizione musicale nazional popolare del Belpaese: su più di 7 milioni di persone, nella serata finale, oltre il 61% costituito dal target 15-24 anni. Un record assoluto, concretizzatosi anche grazie all'effetto moltiplicatore dei 50,3 milioni di interazioni sui social (soprattutto Instagram e Twitter) e dei 2,7 milioni di post realizzati da quasi 200mila autori diversi,

Un Festival "svecchiato", quindi, anche nella formula della conduzione, che ha offerto dal palco dell'Ariston una fresca ventata di spontaneità e di amicizia grazie alle gag della fortunata accoppiata Amadeus - Fiorello, oltre che nel tipo di canzoni. Certo, gran parte del merito di questa "svolta" va ai rapper già molto noti che hanno partecipato, ovvero Anastasio, l'ermetico Rancore e Junior Cally, rivelatisi efficacissimi nel proporre un certo tipo di musica italiana del terzo millennio scandendo litanie di seducenti parole, al di là delle posizioni acquisite nelle classifiche finali. E restare in tema classifiche ci dà l'assist per evidenziare come, stile hip hop a parte, questa edizione 2020 della manifestazione ha calamitato l'attenzione della "new generation" grazie alla performance di artisti che ne fanno parte. Come gli Eugenio in Via di Gioia, nati nel 2012. Vero, il loro "Tsunami" non è stato tale se si considera la loro esclusione dai finalisti di Sanremo Giovani. Ma la canzone, composta assieme all'ascolano Dario "Dardust" Faini, si è aggiudicata il Premio della Critica. Ironici, divertenti ed impegnati, gli Eugenio In Via di Gioia nascono a Torino come quartetto di buskers nel 2012. Il nome della band deriva da tre componenti: Eugenio Cesaro (voce e chitarra), Emanuele Via (pianoforte e fisarmoniche), Paolo Di Gioia (batteria e percussioni); al quarto componente, il bassista Lorenzo Federici, il gruppo ha dedicato il nome del primo dei tre album all'attivo. Dopo la partecipazione al concerto del I Maggio a Roma, Eugenio & C si sono esibiti all'Ariston con tutta la loro forza ed energia, mostrando la capacità di parlare di vita vera e di porre domande esistenziali con un amaro e un po' provocatorio sorriso sulle labbra.

Nel podio dei big, ecco a sorpresa un gruppo rock iper esordiente, e quindi ignoto al nocciolo duro del pubblico più affezionato al festival, i bergamaschi Pinguini Tattici Nucleari. Giovani ma navigati, in realtà, visto che sono nati 8 anni fa nel microcosmo death metal. Nel 2014 il cambio di rotta, con l'approdo nella scena indie - itpop. Con la canzone "Ringo Starr" sono stati premiati col terzo posto, dietro il vincitore Diodato e Francesco Gabbani. Riccardo Zanotti, Nicola Buttafuoco, Elio Biffi, Lorenzo Pasini, Simone Pagani e Matteo Locati hanno proposto un brano con un messaggio chiaro: la vita può anche non essere speciale, ma questo può andar bene lo stesso. A tutti i livelli. Da qui l'iperbolica chiamata in causa di Ringo Starr, titolo della loro canzone, il membro, diciamo così, meno famoso dei Beatles, rispetto a John Lennon, Paul Mc Cartney e George Harrison. Insomma, per I Pinguini, la nostra esistenza può essere anche semplice, a volte banale o di un profilo più basso se paragonata a quella di altre: "In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr".

Restando in tema rock di una certa caratura, tra i pezzi in lizza merita applausi a go go "Dovè", de i milanesi Le Vibrazioni, giunta quarta nella classifica dei "big". Un pezzo semplice ed essenziale, con una vena poetica che la voce intensa e sempre al di sopra della media di Francesco Sarcina, autore anche del testo insieme a Roberto Casalino e Davide Simonetta, ha saputo far arrivare in fondo agli animi. Una canzone forte e incisiva che riflette sulla vita, sul tempo che passa e sulla capacità dell'uomo di rialzarsi sempre e comunque nonostante tutto. Unico appunto ... magari un ritornello con qualche meno Dovè non guastava.

Infine, citazione positiva per il brano "Sincero", scritto da Bugo e Morgan. Molto intrigante il testo, che spinge a riflettere su quanto sia difficile nel mondo di oggi sforzarsi di essere se stessi, spontanei, "veri" al di là dei condizionamenti, delle contraddizioni sociali, delle abitudini di routine imposte, delle mode col rischio di sentirsi soli e disorientanti. Peccato che "Sincero" sia stata eliminata dalla sezione Big per un eclatante dissidio litigioso che ha coinvolto i due artisti sul palco. Un episodio che tutto sommato, se volete, è in linea col "plot" della canzone.

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