VIRUS AMANDI  

16.06.2020

"Amore e malamore ai tempi della grande pandemia"
di Roberto Sopranzi
(Affinità elettive, 2020, euro 14)

"Virsu amandi", il virus che ama. Ma cosa c'entrano il Covid 19, la pandemia, la tragedia di morti e di sofferenze di cui sono responsabili, con un parola, amore, così dolce, vitale, sublimizzata e idealizzata, forse anche troppo da poeti e intellettuali... Ma probabilmente - al netto di tutte le possibili obiezioni - è una delle poche verità, l'amore, che dà il senso dell'umanità. Ecco, se c'è una cosa che stupisce in questa raccolta di racconti firmata dal giornalista anconetano Roberto Sopranzi, è la sua originale capacità di aver saputo utilizzare, come una sorta di minimo comun denominatore, proprio l'amore come chiave di lettura di una serie di vicende figlie in qualche modo delle lunghe settimane della inedita emergenza dettata dal diffondersi della infezione dal Coronavirus. Con i suoi effetti collaterali di crisi economiche ed esistenziali, distanziamenti sociali, drammatiche degenze in ospedale con relative sofferenze, lutti, separazioni forzate, rinunce, desiderio di testimoniare. Ma poiché, come si dice, non tutti i mali vengono solo per nuocere, ecco che il clima sospeso, assurdo, rallentato, assolutamente fuori dall'ordinario svolgersi della vita, porta con sé il tempo per riflessioni, passioni, pulsioni affettive, ricordi e memorie che si pensava potessero essere ormai impercettibili, se non svanite. I protagonisti di questi nove mini romanzi sono uomini e donne come tanti altri, alcuni medici o infermiere, un commissario, una prostituta, altri ospiti inattesi, i quali diventano - grazie alla fantasia e alla conoscenza del genere umano dell'autore - attori di storie intriganti, mai scontate, che catturano l'attenzione pagina dopo pagina, anche grazie ai colpi di scena, ai finali spesso sorprendenti. Amore, certo. E malamore. Accanto a relazioni che si fortificano, rifioriscono, anche quelle che si interrompono, con la pandemia in veste di complice. Anche tradimenti, gelosie, matrimoni che vanno in pezzi, un omicidio. O amori che si rincorrono e non si ritrovano, quando è ormai troppo tardi. E vite che cambiano, drasticamente. Sogni che si realizzano. L'amore che in realtà emerge da questa lavoro edito recentissimamente da Affinità Elettive, è delineato in diverse delle sue accezioni, anche quelle dell'amicizia, della solidarietà, del cordoglio, della scoperta di certezze insospettate, di improvvise "affinità di cuore". Storie in cui si riacquistano pienamente felicità offuscate, o permeate di tristezza, in cui il destino, un certo, fato giocano il loro ruolo. Storie in cui si riscopre la bellezza di cose semplici, come il sapore di un gelato Banana Split, o la voglia di ballare, di cogliere erbe di campo, di porsi domande che affondano nel profondo interiore, di ritrovare la fede nella religione, quella che un frate sta perdendo, sposandola con quella nella scienza. Lo stile di Sopranzi, cronista ben navigato, dà ritmo a queste storie, pur scavando nella caratteristiche dei personaggi, fin nel loro intimo, rendendoceli quasi fossero reali, tanto che il lettore si affeziona a loro. Certosina, d'altronde, anche la descrizione degli ambienti, degli scenari in cui si sviluppano le trame. Un libro scritto di getto, tra il 23 marzo e il 26 aprile scorsi, ma molto bene, letteratura che sa di cronaca pur immaginaria. Ai tempi della grande clausura, in tanti hanno avuto le ore giuste per scrivere libri, più o meno legati alla quarantena, trovando ispirazione nel "lockdown". In questo caso, Sopranzi, stupisce e ammalia. Tanto che si ha voglia, poi, di rileggerlo, questo "Virus Amandi" - sua quarta opera dopo "La striscia di garza (2015), "La zarina del porto" (2017), "Rose d'ottobre ("2019), sempre con Affinità Elettive - per cogliere suggestioni, sfumature sfuggite al primo incontro con esso. Per capire fino in fondo, che oltre le mascherine che in diversi sono costretti ad indossare nei capitoli, si svelano poi le loro reali, sincere personalità. 

                                                                                                   Giampaolo Milzi